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Spiritualità e stronzaggine


Com’è possibile che quella distinta signora sempre vestita di bianco, sulla sessantina, che sorride a tutti ed è tanto generosa e spirituale, sia morta di cancro?

Ma com’è possibile che quel ragazzo con gli occhi dolci e un filo di voce flebile, che pratica lo yoga tutti i giorni, è vegano e ama gli animali, mi abbia mandata affanculo senza senso?

Ma come mai è possibile, che quel signore che dice tutte quelle cose belle sulle altre dimensioni e mi fa sentire così vicina alla mia amata nonna, che mi manca tanto, a un certo punto mi sembri un pazzo invasato?

Semplice: è molto difficile essere quello che realmente si vorrebbe, è difficile mostrarsi al mondo e interagire con gli altri, è molto molto difficile fare i conti con se stessi.

Ma: è ancora più difficile capire CHI si vorrebbe realmente essere.

Tre casi molto differenti, sono tutti accomunati da una simile causa:

la mancanza di un dialogo udibile e asciutto con le proprie differenti personalità.

Se la signora vestita di bianco si fosse ascoltata per bene, forse avrebbe scoperto per tempo, che una parte vitale di lei stava morendo, e probabilmente, scavando in profondità, avrebbe potuto occuparsi di quella parte, senza lasciarla morire, senza lasciarsi morire.

Se il ragazzo con la voce flebile avesse parlato meglio con se stesso, avrebbe scoperto di essere buono e gentile, ma anche tanto incazzato col mondo, solo allora avrebbe potuto ascoltare la SUA voce arrabbiata e capirne le ragioni.

Se il signore medianico si fosse fermato un po' a mettere d'accordo le sue personalità, ne avrebbe riconosciuta una esageratamente eccentrica e avrebbe potuto trovare con essa una mediazione, che gli avrebbe consentito di non cadere nel fanatismo in maniera sbilanciata ed eccessiva.

A quel punto, tutti loro, avrebbero potuto accordare le proprie personalità, renderle armoniche, proprio come fa un direttore d'orchestra, che sa ascoltare tutti gli strumenti e quando uno non gli serve o ha bisogno che suoni con più delicatezza, non cerca di nasconderlo, ma gli indica (con la sua bacchetta..."magica") come deve fare.

Per molti di noi il vero problema è porsi la domanda giusta, abbiamo infatti capito bene che, solo grazie alla domanda giusta, riusciremo ad avere la risposta che stiamo cercando.

Ma come è possibile, con tutta l'esperienza che abbiamo, che ancora non siamo in grado di farci quella domanda così azzeccata?

È proprio a causa di tutta l'esperienza che abbiamo.

Acquisire l'esperienza nel mondo, fa si che a livello conscio e inconscio si acquisisca anche un sovraccarico di "informazioni spazzatura" che ci distolgono di gran lunga dal centro della nostra personalità, dalle nostre energie primarie. Proprio come una casella di posta elettronica, nella quale finiscono le mail più importanti, ma insieme a quelle mail così importanti, finisce anche tantissimo spam, tutte le mail promozionali e quelle dei social di cui facciamo parte.

Così, nel corso della vita, le informazioni che raccogliamo su noi stessi spesso vanno a costruire una personalità sovraccarica di elementi forvianti e davvero poco identificativi con noi stessi. Con quello che siamo veramente, con l'energia che ci rende unici, quell’impronta digitale che conserviamo da quando siamo nati, ma che non siamo più in grado di recuperare, nella nostra casella di posta, intasata dalle troppe informazioni.

Tutta la nostra realtà si concentra su un’identificazione precisa dell'IO, che lo rende limitato e piccolo.

Già dall'età scolare impariamo con precisione quanto è importante definire correttamente chi siamo e quali sono i nostri gusti, come se ci fosse un modo corretto ed uno sbagliato per farlo.

La scuola spesso ci inquadra in un ruolo poco adatto, fissandoci in una realtà ordinaria piuttosto cieca, che è proprio tutto il contrario di quello di cui ha bisogno l'energia creativa di un bambino, specie nella fase più primordiale e genuina dello sviluppo di tale energia.

L'energia dei bambini è maestra e non allieva, alcuni (pochissimi) insegnanti l’hanno capito bene e tentano (contro un sistema molto ben strutturato) di fare tutto quello che possono per formare adulti liberi e consapevoli. Ma comunque vada, quei bambini privilegiati dovranno andare incontro a un sistema tutto improntato per formare una classe, (sia essa operaia, dirigente, autonoma, dipendente) di veri e propri schiavi, ovvero di persone comuni che abbiano scordato, in un modo o nell’altro, il diritto alla cura dell’anima…Diritto imprescindibile, del quale ci si ricorda veramente di rado.

Tutto tende a rimpicciolire il nostro IO, facendoci credere che sia estremamente limitato e fissato in una realtà esclusiva di cui tutti fanno parte.

Ebbene, è difficile credere a questa possibilità, giacché le realtà di cui facciamo parte sono molteplici, non foss'altro che per i nostri stati d'animo così diversi. Essi sono impalpabili, ma certamente riconoscibili da noi stessi e dagli altri, e proprio grazie ad essi riusciamo a modificare quella che riteniamo essere una realtà esclusiva. Si dice infatti che "quando siamo tristi, vediamo tutto nero" in effetti, quando siamo molto tristi, se non addirittura depressi, cambiamo i connotati della realtà che abitiamo, o più semplicemente: ci troviamo in una realtà "tutta nostra", nella quale è impossibile vedere il bello e la gioia.

Allora possiamo iniziare a credere che proprio i nostri stati emotivi creino realtà differenti.

Ma come è possibile che il nostro IO sia stato limitato nel tempo?

"Io mi sento così libero, anche se il mio lavoro non mi piace, non ho nessuna limitazione e faccio quello che voglio."

Sei sicuro? Non ti manca proprio nulla? Non sei mai arrabbiato? Nemmeno mentre guidi?

C'è un gioco di forze (tra cui si inseriscono molto bene la politica e l'istruzione) che ti ha fatto identificare benissimo con quello che credi di essere, col tuo "nome e cognome", proprio quelli che vedi sulla carta d'identità. Nessuno ti ha mai detto, ad esempio, che se vuoi: puoi essere incoerente e decidere che puoi cambiare qualcosa del tuo carattere (anche quello spregiudicato senso di libertà, se lo vuoi).

Tutto tende a farti credere che sei una persona sola (unica) e che essere "bipolare" sia un disturbo della personalità. Certo che lo è! Lo è, se sei completamente sbilanciato nelle personalità che ti appartengono e non hai il sostegno di un "IO CONSAPEVOLE" che si faccia carico di equilibrarle!

Ma tutti abbiamo tante personalità che ci appartengono, ad esempio: quella arrabbiata, quella diplomatica, quella sensibile, quella egoista e infinite altre.

Talvolta alcuni le vivono in maniera molto conflittuale e possono generarsi delle vere patologie, ma comunque vada, a nessuno viene spiegato il patrimonio di personalità che lo compongono, ne tantomeno come muoversi nelle proprie personalità e come interagire con esse, trovando una armonia dinamica che restituisca loro un piacevole equilibrio e che le induca a partecipare alla vita in maniera coordinata ed efficace.

Troppo spesso releghiamo alcune personalità molto belle o molto utili, che ci appartengono, al misero ruolo di comparsa, ancora più spesso ci capita proprio di dimenticarci di possederle.

Credo che sia arrivato il momento di cominciare a conoscere e a riconoscere le nostre personalità per capire fino in fondo CHI desideriamo essere veramente.

Credo che questo sia lo strumento migliore, per entrare in contatto con la nostra anima, con le nostre energie primordiali, quelle che ci fanno essere ciò che siamo, in maniera sgombra dalle sovrastrutture.

Perché questo processo di riappropriazione delle nostre personalità, significa esattamente RECUPERARE le proprie emozioni (anche quelle perdute) e soprattutto ci consente di vedere con chiarezza la grandezza smisurata del nostro IO, del nostro VERO IO (quello composto da una molteplicità di personalità), evitando definitivamente di classificarlo in una cornice limitante e deleteria per la nostra vita quotidiana.

Riappropriarsi di questa consapevolezza ci consentirà sempre più spesso di riuscire a farci le domande giuste e di trovare le risposte di cui abbiamo realmente bisogno…In totale autonomia (#noguru).

Perciò, infine, per rispondere al titolo di questo articolo: oggi sappiamo che può succedere di essere tanto spirituali, quanto stronzi, tuttavia se trovassimo un accordo tra queste differenti personalità e capissimo fino in fondo la loro natura, potremmo percorrere più armoniosamente il cammino della vita.

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